sabato 23 aprile 2011

Collocazione provvisoria.

"Nel duomo vecchio di Molfetta è riposto un grande crocifisso di terracotta.
L'ha donato, qualche anno fa, uno scultore del luogo. Il parroco, in attesa
di sistemarlo definitivamente, l'ha addossato alla parete di un locale della
sacrestia e vi ha apposto un cartoncino con la scritta "Collocazione
provvisoria". La scritta, che in un primo momento avevo scambiato come
intitolazione dell'opera, mi è parsa provvidenzialmente ispirata, al punto
che ho pregato il parroco di non rimuovere per nessuna ragione il crocifisso
di lì, da quella parete nuda, da quella posizione precaria, con quel
cartoncino ingiallito.

Collocazione provvisoria! Penso che non ci sia formula migliore per definire
la croce: la mia, la tua, non solo quella di Cristo. Coraggio, allora, tu
che soffri inchiodato su una carrozzella. Animo, tu che provi i rimorsi
della solitudine. Abbi fiducia, tu che bevi al calice amaro dell'abbandono.
Non imprecare, sorella che ti vedi distruggere giorno dopo giorno dal male
che non perdona. Asciugati le lacrime, fratello che sei stato pugnalato alle
spalle da coloro che ritenevi tuoi amici. Non tirare i remi in barca, tu che
sei stanco di lottare e hai accumulato delusioni a non finire. Non
abbatterti, fratello povero che non sei calcolato da nessuno.

Coraggio! La tua croce, anche se durasse tutta la vita, è sempre
"Collocazione provvisoria". Anche il Vangelo ci invita a considerare la
provvisorietà della croce. C'è una frase immensa che riassume la tragedia
del creato al momento della morte di Cristo: "Da mezzogiorno alle tre si
fece buio su tutta la terra". Forse è la frase più scura della Bibbia. Per
me è una delle più luminose. Da mezzogiorno alle tre del pomeriggio. Solo
allora è consentita la sosta sul Golgota! Al di fuori di quell'orario, c'è
divieto assoluto di parcheggio. Dopo tre ore, ci sarà la rimozione forzata
di tutte le croci. Una permanenza più lunga sarà considerata abusiva anche
da Dio. Coraggio allora, fratello che soffri. C'è anche per te una
deposizione dalla croce. C'è anche per te una pietà sovrumana.

Ecco già una mano forata che schioda dal legno la tua. Ecco un volto amico,
intriso di sangue e coronato di spine, che sfiora con un bacio la tua fronte
febbricitante. Ecco un grembo dolcissimo di donna che ti avvolge di
tenerezza. Tra quelle braccia materne si svelerà, finalmente, tutto il
mistero di un dolore che ora ti sembra assurdo. Coraggio. Mancano pochi
istanti alle tre di pomeriggio! Tra poco, il buio cederà posto alla luce, la
terra riacquisterà i suoi colori verginali, e il sole della Pasqua irromperà
tra le nuvole in fuga. Un abbraccio! Auguri a ciascuno di voi! Buona
Pasqua!"

dagli scritti di don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta,



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